Allarme per la bolletta del gas, questo inverno la bolletta energetica supererà i suoi livelli pre-pandemia di oltre mille miliardi di euro.
La guerra tra Russia e Ucraina continua incessantemente, e con il conflitto continuano anche a lievitare i prezzi in bolletta e al supermercato a causa dei forti rincari. Tutta l’Europa sta assistendo ad una grave crisi energetica: difatti la Russia sarebbe il principale Paese esportatore di gas nella maggior parte dei Paesi europei.
La recente chiusura del gasdotto Nord Stream 1, gestito dalla società russa Gazprom, ha causato non pochi disagi: dagli aumenti in bolletta ai razionamenti del gas. Molti Paesi, alla luce di questa situazione, stanno puntando all’indipendenza dal gas russo. Un obbiettivo piuttosto difficile da attuare, e secondo il Cremlino l’Italia potrà dirsi indipendente dal gas russo non prima del 2027.
Secondo le previsioni dell’agenzia di rating Standard&Poor’s, “la bolletta energetica dell’Europa supererà i suoi livelli pre-pandemia di ben oltre mille miliardi di euro” a causa delle nuove limitazioni sull’esportazione di gas russo.
Francesco Tarace: “Resettare l’indice Tft”
Il presidente di Enel, Francesco Starace, ha sancito delle linee guida da seguire per far fronte alla grave situazione di crisi energetica che sta coinvolgendo l’intero occidente. “Dobbiamo prendere una pausa e resettare l’indice Ttf”, ovvero l’indice di Amsterdam di riferimento dei prezzi del gas in Europa.
E continua: “La volatilità di questo mercato non è sotto controllo” dice. E afferma che quest’ultimo “non riflette il prezzo reale del gas importato in Europa ma piuttosto la preoccupazione”, c’è “un approccio speculativo”. Secondo il presidente dell’Enel, l’obbiettivo cardine è quello di “sostenere un tetto alla volatilità dell’indice”.
L’aumento del prezzo del petrolio
L’aumento dei prezzi in bolletta però non è l’unico problema: oltre al gas e agli alimenti, anche il prezzo del petrolio ha subito dei forti rincari. I motivi risiedono nel rallentamento dell’economia mondiale e la recessione in alcuni paesi. Inoltre il rafforzamento del dollaro e i nuovi lockdown della Cina non aiutano. Il greggio Wti del Texas scende dell’1,69% a 85 dollari al barile tornando così ai livelli di gennaio. Il Brent del Mare del Nord segna un calo dell’1,31% a 91,52 dollari.